Il 16 febbraio 2013 rappresenta una data memorabile per la Chiesa di San Giuseppe di Alba (Cn) ma anche e soprattutto per il maestro della figurazione Maurizio Rinaudo.
A manifestazione del suo fervore cristiano, e sospinto dallo straziante dramma umano della recente perdita del figlio Gualtiero di soli 34 anni, l'artista ha voluto donare a commemorazione del giovane i suoi Fiori dell'anima: tre nuove pale d'altare che vanno ad aggiungersi alle due già precedentemente realizzate per il medesimo tempio della Diocesi di Alba.
Con queste gigantesche tele la Chiesa diviene così una pinacoteca permanente del sacro in cui affreschi settecenteschi, un pregevole Crocifisso ligneo di analogo periodo, le decorazioni barocchesi trovano a dialogare con espressività della figurazione contemporanea di un pittore piemontese di acclarata fama internazionale.Rinaudo, già munifico di opere sacre per le varie pievi, in tutta Italia, sensibile al grande progetto di restauro avviato dal Centro Culturale San Giuseppe, presieduto dal Dr. Roberto Cerrato per l'omonima Chiesa albese (ed il sotterraneo percorso archeologico con le vestigia di un teatro romano del 1° secolo d.C) nel 2010 realizzò la sua prima pala sulla Deposizione di Cristo. Opera che suscitò subito l' interesse della critica e dei vertici dell'Accadeemia di Belle Arti di Cuneo nelle persone del presidente Annamaria Orzi Lucchini e del direttore Giorgio Barberis, di giornali e televisioni.
Artista dotato di eccellente padronanza del colore e delle sfumature tonali Rinaudo si affida pertanto alla maestria con cui sa creare sulla tela volumi di raffinata intensità cromatica che ne qualificanolo stilema gestuale. Non solo. In un percorso concettuale di ritorno all'iconografia tradizionale cristiana ha voluto liberare dai connotati umani i protagonisti delle sue liturgie pittoriche per ''trasfigurarli'' in una rigenerazione immaginifica in cui è la valenza simbolistica della spiritualità divina a permearne l'espressività, fino a specchiarsi in tutti coloro che compartecipano alle coreografie ispirate da eventi emblematici nella storia di Gesù e di San giuseppe.
l volto del Cristo deposto assume la deformazione del disumano strazio e ne riverbera il tragico ferale dolore sulle pie donne.
La Natività e la Fuga in Egitto sono invece rappresentazioni mistiche dell'adulazione estatica, immobile al Santo Bimbo, esternizzata nella sua ineffabilità.
Mai bastioni della sua architettura pittorica sono gli squarci celesti che paiono lasciar incedere lo sguardo nascosto del Padre, ora nel baluginare delle nubi sapientemente iridate ed armoniosamente vaporose, ora nei contrasti vibranti tra i tenui azzurri e rosa pastello con i gai gialli e le veementi cromie rubenti. Proprio nei virtuosismi con cui sa dipanare questi volumi di colore Rinaudo crea campiture e fondali che svelano scenografie pulsanti di tensione trascendente. Mirabile è il vortice nebuloso che avvolge la Vergine nell'Assunzione dove la fuga di Maria appare eterea, diafana appena individuabile in rapidi e svolazzanti panneggi, ma si infiamma di lucore divino tra i bagliori rutilanti che sembrano nascere dalla foce del cielo, già festante per il trionfo della Madre di Cristo.
Dr. Fabio Carisio
Critico d'Arte
Editore Rivista ART & WINE