Si è concluso con un bagno di folla, un enorme interesse della critica nazionale ed internazionale e prestigiosi riconoscimenti del collezionismo più attento il suggestivo ritorno nella Capitale del pinerolese Maurizio Rinaudo con la grande personale di pittura e scultura tenutasi nella storica e centralissima galleria Cassiopea.
Suggerita dalle Edizioni Italia Arte di Torino, ma curata dall'Associazione Culturale cui fanno capo i responsabili della nota location col patrocinio della Regione Lazio, della Provincia, del Comune e dell' Accademia delle Belle Arti di Roma l'impotante kermesse personale, ricca di una settantina di opere, ha visto esposte, oltre ai lavori storici dell'autore, alcune recenti esecuzioni artistiche frutto di importanti ricerche sperimentali caratterizzate da tecniche di lavorazione a pittoscultura. Dipinti e sculture, quindi, ideati e creati con l' applicazione delle evidenti evoluzioni artistiche di Rinaudo.Nella rassegna, conclusasi il giorno 5 u.s., è stata esposta anche tutta una serie di dipinti, in parte inediti, ad olio su tela ed a tecnica mista su tavola, raffiguranti scorci cittadini caratteristici e storico-monumentali della città di Roma, nonchè dipinti di vedute e di particolari architettonici simbolici delle città di Venezia, Torino, Firenze, Parigi, Londra, Copenaghen, Il Cairo, Dubay e di New York. Tutte città visitate e rimaste nei meravigliosi e suggestivi ricordi impressi su vari supporti dal pittore piemontese e commentati dal critico torinese Prof. Angelo Mistrangelo, dalla direzione della Cassiopea Arte e da noti studiosi della Capitale quali Gerardo Lorusso Direttore dell'Accademia delle Belle Arti di Roma.
Ripresa anche dalla TV canale ROMA 1 la rassegna, oltre ad essere stata divulgata da tutte le principali testate nazionali, è stata trasmessa dai canali TV satellitari PUNTO-SAT e SKY. Del resto Rinaudo merita questo ulteriore successo poiché è un artista che ha personale senso pittorico ben esercitato e aderenza alla realtà ed alla linearità dei suoi vari mezzi espressivi.
Sono risultati atti ad indicare la validità di quel ricreare mondi naturali,ad esprimere la gioia del pittore, o dello scultore, e l'estasi, il meraviglioso che gli trasmettono il paesaggio o la figura.
Ascolta le voci misteriose della natura e risponde con le pennellate, o con gli interventi su ferro e bronzo, dopo aver racchiuso negli occhi uno scorcio di montagna, una distesa nevosa, i romantici angoli di città per lui fascinose. Rinaudo opera con l'impegno di un uomo che sa prendere ogni cosa sul serio: gli accostamenti di colore, la prospettiva, l'atmosfera poetica, la luce.
Consciamente o inconsciamente richiama nomi e ritmi passati, ma di fronte alla tela immacolata esiste solo lui, il pittore delle cose del mondo, sempre disposto ad esprimere il meraviglioso paesaggio.
La sua è un’arte magica che nasce dall’esplorare sentieri non battuti, affondando i piedi nella neve o sostando all'ombra degli alberi, delle case montane, di un bagnasciuga e che esprime tutta la riconoscenza per quegli artisti che ammira e che, a suo giudizio, gli hanno indicato la via giusta, lo sviluppo dell'arte a contatto con la natura.
Così, specie in pittura, una pittura che denuncia anni di impegno ed evoluzione, i paesaggi di Rinaudo esprimono una ricerca dei caratteri delle cose in natura.
E quando si intuisce il suo modo di articolare, solo allora si entra coscientemente nell’opera: un’opera colma di nuovo ed autentico pathos, di rappresentazione di un mondo recuperato.
Perchè Rinaudo non si è fermato con occhio compiaciuto e acritico ad una matrice ben definita ed accarezzata, ma ha dato modo alla sua calda tavolozza di assecondare sia i propri desideri di evasione in atmosfere soffuse di liricità, sia l'attento studio dei momenti di evoluzione del suo linguaggio. Un linguaggio che, certo, si è avvalso della grande scuola degli impressionisti.
Nelle sue tele vivono gli spazi immensi, le profondità, i toni, le pennellate larghe e copiose, un cromatismo soffice e vellutato.
I soggetti che egli ritrae spaziano tra le verdi valli, i monti svettanti, i fiumi argentati, campagne e case calde e piene d'amore o caotiche metropoli.
E anche dove non compare la figura l’autore ripropone l'ambiente naturale dell'uomo considerando l'uomo.
Egli non ritiene assolutamente necessario ricorrere ad esperimenti d'avanguardia, anche se in certi lavori risulta più contemporaneo di molti altri, e rifugge perciò categoricamente ogni genere di stravaganza e di tentativi assurdi.
Ritrae il vero, lo osserva e filtra per fissarlo, en plein air o in studio, in forme dai poetici accordi cromatici che restituiscono tutte le emozioni che la natura emana.
E così, osservando le sue opere ci si sente risucchiati dal dipinto, dalla grafica o dalla scultura e vi troviamo l’Autore che, da sempre, supera costantemente un sentire ed una esprimere che lo hanno portato ad essere tra i più ricercati da un collezionismo ancora sano e teso al gusto del bello e del leggibile. Come accaduto l'atteso ritorno nella Città dei Papi ha, ancora una volta, dimostrato.
Prof. Giorgio Barberis
Direttore Accademia delle Belle Arti
Giornalista e Critico d'Arte