La ''vocazione'' di Maurizio Rinaudo sopita dalle vicende della vita familiare che gli imposero subito il quotidiano, ha iniziato la propria maturazione artistica nutrendosi della visione continua delle opere dei grandi Maestri ed esplodendo negli anni '70 con alcune personali e collettive moltiplicatesi nel tempo e giunte a coprire ogni angolo d'Italia, Europa ed America.
Ora, con questo omaggio alla storica Alba ed al suo interland, dovuta ai consigli ed alle sollecitazioni di amici ed estimatori Rinaudo ci rivela, ancora una volta, la propria istintività e vocazione. Lo impressionano le bellezze della natura, che egli sente in tutte le stagioni ed in ogni luogo e che si rivelano in armonia col suo temperamento apparentemente malinconico. non copia nessuno, ma chiede dunque ispirazione al vero, che rispetta realisticamente con una pittura linda e pulita: sono angoli di paesaggio albese, di marina, le piazze, i grattacieli, le Vanezie, le Parigi e le New York, gli impressionistici effetti di neve e di luce.
Uomo semplice, onesto, cordiale, dà schiettazza al suo dipingere; vuole soltanto, egli stesso dichiara, ''cantare'' quel che sente dentro dando equilibrio di taglio, di piani, di profondità al quadro. Con i suoi cinquanta dipinti - dei quali una ventina dedicati ad Alba ed al suo circondario - , i disegni e le sculture, Rinaudo si sente felice.
E non ha torto, perchè la sua pittura ha gran qualità per piacere: per non essere derivata, pur nella visione tradizionalistica, dal troppo comune stanco filone subalpino; per la sobrietà nel dettagliare; per l'accorta ricerca dei toni; per gli effetti, sovente raggiunti, di ariosità e di luce.
Daniela Cassano