Solo i veri artisti riescono a trovare, nel loro universo creativo, l’ispirazione e la forza del mestiere per sperimentare tecniche e stili diversi, ma complementari. Così fa Maurizio Rinaudo, che negli ultimi mesi ha creato delle collezioni veramente interessanti, per gusto, tecnica, ricerca di soluzioni nuove.
Iniziamo, ad esempio, a parlare di materia e di tridimensionalità nella pittura. Maurizio Rinaudo ha realizzato una serie di opere in rilievo, utilizzando una base di resina particolare, che gli permette di creare, unitamente alla prospettiva tradizionale, effetti di intrigante e dinamica profondità.
Non si è fatto tentare dalle sirene del cromatismo, bensì ha assecondato la sua ricerca di sintesi affidandosi a monòcromi essenziali, metafisici nella loro purezza di forme e segni.
Sempre fedele al reale, Rinaudo lascia spazio anche alle emozioni, alla loro rappresentazione pittorica e alla ricerca di una forma che, in questo caso, risulta parte integrante del dipinto. Non una pittoscultura, ma quasi, da ascriversi ad una fase di rinnovamento formale tendente all’informale. In un’altra operazione di interpretazione del mondo, Rinaudo elabora esempi di astrazione pura, in cui il colore diventa invece protagonista assoluto, unitamente alla gestualità e alla sperimentazione sullo spazio.
La superficie della tavola o della tela sembra non poter contenere l’energia sprigionata dai lavori dell’artista, in cui il punto focale dal centro si espande oltre i confini della fisicità, fino a divenire idea di assoluto e di purezza emozionale.
Fedele alla tradizione figurativa, Rinaudo è un eclettico cantore della natura e del mondo e, se fino ad oggi ci siamo abituati ad apprezzare i suoi boschi, gli scorci delle città e dei paesi della sua terra, le marine e quella sua tavolozza intrisa di colore e sfumature, ecco che ci sorprende di nuovo, con un figurativo modernissimo, che si stacca decisamente dal suo genere consueto.
Non un ripensamento stilistico, sia ben chiaro, ma una necessità interiore di esprimere con la pittura varie sensazioni che mutano con tempo.
Rapidi segni percorrono le opere, fiumi di blu, rossi, arancioni, azzurri, verdi a suggerire paesaggi e profili di tetti lontani, distesi su pianure in cui il grano diventa lingua brillante di gialli esuberanti, le chiome degli alberi flutti di verdi accesi.
Una poesia della natura che ci riconduce al vero, interpretato con unicità di stile e di intenti. Il filo conduttore di tali ricerche resta in ogni caso la natura, che l’autore osserva con amore e partecipazione, un po’ come si faceva una volta, quando i pittori volevano sentire sulla propria pelle le vibrazioni del mondo, della luce, del colore mutevole a seconda dell’ora del giorno e della notte.
E’ proprio nella definizione della luce e del suo ruolo fondamentale in pittura, che Maurizio Rinaudo trova lo spunto per percorrere nuove rotte. Accarezzata con pennellate fluide e brillanti, guidata tra la materia corposa e in rilievo delle forme, esaltata negli esempi più coraggiosi e anticonformisti dell’astrazione, la luce assume valenza simbolica e interiorizzata.
Da sottolineare, sempre, la coerenza di gusto e di mestiere che connota tutti i lavori di Rinaudo, seppur nella continua ricerca di nuove soluzioni pittoriche. 

 

 

Prof.ssa Elisa Bergamino