Il figurativismo è il punto di vista dell’uomo di fronte alla natura nella sua interezza; ma l’uomo penetra nella natura, ne percepisce le anfrattuosità, i dettagli, gli oggetti, vi si confonde e spesso quasi vi si unifica, ne insegue le forme; la natura ingaggia con l’essere un confronto, che può anche essere proposto in termini ironici, quasi di gigantismo ad uso dell’uomo industriale ed artificiale.
Questa capacità di penetrazione, evidentissima nei lavori di Maurizio Rinaudo - artista dall’ apprezzabile equilibrio pittorico, dall’ istinto puro e dalla tecnica che nel tempo acquista una esperienza sempre più convincente - è un’acquisizione rilevante dell’ottica contemporanea.
Maurizio Rinaudo è, infatti, un artista sempre più partecipe e tenace nelle sue costanti conquiste figurative. Particolarmente sensibile al fascino del mondo naturale che lo circonda, riesce a comporre delicate impaginazioni di aperti paesaggi e nature morte che regalano gratificanti successi al suo semplice e poetico mondo creativo.

Essendo un artista quanto mai vicino all’ideale poetico e figurativo degli impressionisti, egli ha assecondato, sempre orientato a meditare nel linguaggio pittorico, le sue “percezioni” della realtà, le istanze della propria espressività ricorrendo a una strutturazione compositiva semplice ed essenziale, alla quale riesce a conferire un alone straniante e contemplativo.
L’artista, che unisce realtà ed emozione in un lirismo alto e sottile, rivisita la paesaggistica in chiave standardizzata, ove i singoli elementi – perlopiù paesaggi innevati, contesti rurali, nature morte – sono trasposti pittoricamente sui supporti utilizzati, con una voluta concessione alla semplificazione normale, con l’intenzione di documentare la “mutante bellezza della natura”.
Una pittura, quindi, quanto mai ricca di impressioni, di richiami al paesaggio, di un candore che si fa apprezzare per la limpida e personalissima scansione del colore, di una linea dalle impercettibili vibrazioni sui contorni, di un fiore essenziale e immerso nella luce atmosferica.
I suoi quadri non rivelano nulla che non sia già contenuto nella forma, non chiede al fruitore lo sforzo enigmatico della decifrazione del messaggio, non vuole e non pretende di educare nessuno; il magnetismo delle sue opere è dato da quella forza del colore e del sentimento che è in grado di offrire e che seduce ed appaga al tempo stesso. Indubbiamente, però, nella sue opere si avvertono il passare del tempo ed il divenire delle circostanze che gli esseri umani tutti, volenti o nolenti, devono affrontare.
I suoi quadri mostrano la dimensione immateriale dei luoghi, suggeriscono il sogno e l’amore per ciò che rappresentano nel ricordo, e indicano la speranza che non venga tutto  distrutto e cancellato anche dalla memoria. E quindi le curate ed amate rappresentazioni floreali diventano il dannunziano fiore che non appassirà mai.

Pittore di grande sensibilità personale e panica ha conferito, e conferisce, all’insieme della propria ricerca una sincera, sensibile e creativa dimensione espressiva che, certamente, lo condurrà a sviluppare nuovi intrecci sui supporti operativi ed a regalare ulteriori emozioni ai cultori d’arte.


Dr.ssa Cinzia Tesio
Storico dell’Arte