Maurizio Rinaudo si cimenta in un linguaggio pittorico collaudato con la convinzione della sua intramontabilità e della sua innegabile efficacia per dialogare senza complesse intermediazioni e contaminazioni con l’osservatore.
E’ un artista consapevole di avventurarsi, con il suo genere di pittura, in un campo insidioso, che può facilmente scadere nella banalità, nel rifare il già fatto, pertanto privilegia, rendendolo protagonista, il rapporto diretto percettivoemozionale oggetto-fruitore.
Maurizio Rinaudo si esprime attraverso quei contrappunti di colore che creano atmosfere appartenenti al mondo dei ricordi, delle percezioni e delle sensazioni della vita, comuni al più degli osservatori,  quasi un voler infondere un pacato senso di nostalgia per luoghi e cose cari alla propria mente.
Qui il pittore diventa poeta e i suoi “ versi” si concretizzano nel sapiente dosaggio dei toni e dei colori che formano paesaggi, nature morte e figure con quella sensibilità che gli scaturisce esclusivamente dall’amore per la sua arte e dal desiderio di comunicarla.
L’artista si sofferma non in modo descrittivo, ma percettivo su quelle cose semplici, quotidiane, che non nascondono un profondo attaccamento e affetto verso le proprie radici, come lo scorcio di un villaggio imbiancato di neve, forse ricordo di calde passate atmosfere, o oggetti domestici, anch’essi probabilmente appartenenti a questo mondo famigliare ed intimo, facendoli diventare soggetti di una dolce sentita poesia.
Il nostro pittore non riproduce in modo testuale e realistico ciò che vuole rappresentare, ma cerca una identificazione con esso attraverso una profonda, personale empatia.Le atmosfere e i colori ricalcano magistralmente l’anima sottilmente malinconica del suo Piemonte, che si contraddistingue, però, per equilibrio e sobrietà compositiva, specchio di un rigore mentale ed espressivo.
Tale rigore traspare anche attraverso l’uso appropriato della componente prospettica, sia nelle visioni dei borghi, sia nelle nature morte, dove si intuisce la sua sensibilità architettonica dovuta alla formazione professionale specifica.
Nel tema della figura l’artista si rivela di grande sensibilità nell’indagine introspettiva.
I volti sfumati, appena percettibili nei tratti somatici, identificano l’immagine interiore attraverso l’accentuazione dell’espressività resa dai toni e dalle luci.


Arch. Alberto Lucchini
Direttore Accademia di Belle Arti di Cuneo